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Claudia Lasagna è intervenuta sul tema: «Genova, la città più British d’Italia».
140. Il legame tra Genova ed il Regno Unito si consolida alla metà del XIX secolo,
quando l’apertura del Canale di Suez ed il completamento della linea ferroviaria Torino-Genova
fanno della nostra città un punto nodale per gli scambi commerciali. Da allora ad oggi il legame,
seppur con alterne vicende, si è sempre mantenuto vivo ed ha portato nella nostra città e nella
nostra regione letterati, politici, musicisti e, negli ultimi anni, sempre più turisti. Per contro
il movimento si è anche sviluppato nel verso opposto: vedremo insieme esempi dell’uno e dell’altro
fenomeno.
Claudia Lasagna, di professione chimico, fin dalla più tenera età appassionata di
lingua, storia e cultura britannica, proverà a guidare gli amici de A Compagna in un viaggio tra
due culture distanti, ma ricche di elementi comuni.
Almiro Ramberti e Mario Roberto sono intervenuti sul tema: «Genovesi alla caduta di Costantinopoli. Gli eventi, i protagonisti e la traslazione di oggetti sacri a Genova».
164. Costantinopoli, “la città custodita da Dio”, la millenaria capitale dell’Impero
Romano divenuta linea del fronte nella lotta fra Islam e Cristianità, cadde con le sue millenarie mura
sbriciolate dai cannoni ottomani il 29 maggio 1453. Scarsi gli aiuti dagli stati europei, salvo un
nutrito contingente di genovesi condotti da Giovanni Giustiniani Longo: valoroso condottiero, la vera
anima della resistenza, la cui caduta, mortalmente colpito da una freccia turca, segnò anche fisicamente
l’inizio della fine della città.
Si racconteranno molti altri genovesi protagonisti di quei giorni cruciali. Fra loro i capitani di
tre navi che, dando prova di estrema perizia nautica e militare, riuscirono a violare il blocco
navale imposto dagli invasori e a ridare speranza alla città. E poi i genovesi di Pera, la nostra
colonia al di là del Corno d'Oro, rimasti in condizione di vigile e non sempre rispettata neutralità
durante l’assedio e poi spontaneamente sottomessi al Sultano nelle stesse ore in cui scomparivano
mille anni della Costantinopoli romana e cristiana. Nel periodo successivo, mentre i nostri
insediamenti nel Mar Nero cadevano progressivamente in mano turca, un notevole volume di paramenti,
icone, reliquie, libri ed arredi sacri prese di contrabbando la via di Genova: pochi gli oggetti
sopravvissuti, ma preziosissimi e alcuni con un curioso destino.
Entrambi i relatori pubblicano regolarmente sul nostro Bollettino contributi di storia del territorio.
Almiro Ramberti, storico ed appassionato ricercatore, fra i numerosi saggi pubblicati
ha al suo attivo il volume “Genova brucia. 1940-45”, grande successo editoriale giunto in pochi
anni alla terza edizione. Mario Roberto, cultore e indagatore di storia e di geopolitica
in generale è autore di molti racconti apparsi su testi e riviste del settore.
Edoardo Longo è intervenuto sul tema: «Stile eclettico e Stile liberty: arte ed urbanistica a Genova tra il 1880 ed il 1925».
157. Quando pensiamo agli edifici artistici di Genova ci vengono subito in mente i
palazzi di Via Garibaldi (meglio Strada Nuova) o le innumerevoli chiese tardo rinascimentali e barocche
o ancora gli innumerevoli palazzi medievali (e non solo) che sono disseminati nel nostro centro storico
a partire da quelli di Piazza San Matteo. Ma difficilmente contempliamo gli innumerevoli castelli, ville,
palazzi in stile Liberty della nostra città, forse perché molti si trovano in Via XX Settembre o in Via
Roma o in Corso Torino o in Via Barabino ecc., strade che in genere percorriamo in fretta tutti presi
dai nostri impegni che non ci permettono di alzare lo sguardo alla loro incredibile bellezza. Non
dimentichiamo che lo stile liberty è verosimilmente lo stile più diffuso a Genova. La mia conferenza vuole
essere uno stimolo a godere di tali bellezze visitando tali strade e godendo dei suoi palazzi come se
fossimo turisti e magari in qualche giorno od ora meno trafficata.
Il relatore, Edoardo Longo, ha conseguito la Laurea in Scienze Politiche ricoprendo
successivamente il ruolo di assistente incaricato di Storia Moderna all'Università di Genova: ciò gli
ha permesso di approfondire numerosi aspetti della Storia Europea tra il ’500 e il ’600. È attualmente
membro della Commissione per la Gestione del Museo Diocesano di Genova e collabora con diverse
associazioni culturali tra cui A Compagna.
Lodovico Doria Lamba e Andrea Lercari sono intervenuti sul tema: «I Doria Lamba una famiglia di padre in figlio per dieci secoli».
127. Nella conferenza verranno percorsi i mille anni di storia di un ramo della famiglia
Doria, discendente in linea retta mascolina dal grande ammiraglio Lamba, vincitore dei Veneziani nell’epica
battaglia di Curzola dell’8 settembre 1298, il cui nome fu aggiunto al proprio casato dai suoi diretti
discendenti in segno d’identità e di orgoglio. Una famiglia che ha costantemente mantenuto il proprio
radicamento in Genova nonostante gli interessi e le relazioni internazionali coltivate nei secoli. I
conferenzieri hanno recentemente pubblicato un volume sulla storia di questa famiglia unendo le proprie
competenze. Lodovico Doria Lamba ha raccolto con vivacità e onestà intellettuale tradizioni, fermenti
di storia nelle loro radici e nel dispiegarsi nella contemporaneità, ricordi di vita vissuta, proprie
esperienze e proprie curiosità che consentono di comprendere questa famiglia dall’identità culturale
profondamente genovese. Andrea Lercari con le proprie ricerche d’archivio ha potuto supportare questo
enorme di bagaglio di memorie con documenti che hanno confermato e precisato le vicende dei componenti
del casato in una Genova che in ogni tempo ha dato risposte peculiari a ogni problema grazie a personalità
ricche di idee e di talento, molte delle quali scaturite da Casa Doria Lamba.
Lodovico Doria Lamba è avvocato e imprenditore con esperienze professionali in ambito
internazionale che l’hanno portato in giro per il mondo; è impegnato nel sociale e, attualmente, è
governatore anziano della Famiglia Doria, o D’Oria.
Andrea Lercari, archivista, è studioso del patriziato genovese, ma anche delle nobiltà
e dei notabilati del territorio ligure in ancien régime che con il patriziato della Dominante
ebbero sempre relazioni di mutua collaborazione.
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