[ Indietro ]
|
(clicca sulla fotografia per ingrandirla; poi, se vuoi, salvala per avere una risoluzione maggiore)
Andrea Panizzi è intervenuto sul tema: «Pietro Germi - Un genovese dimenticato (1974-2024)».
105. Nel 2024, ricorrono i cinquant’anni dalla morte di Pietro Germi (1974-2024), uno dei registi
italiani più amati ed apprezzati. Troppo spesso è stato dimenticato e riposto in un angolo del nostro patrimonio
culturale nazionale. Un grande genovese dimenticato. E' nato a Genova e vi ha vissuto fino a vent'anni prima di
trasferirsi a Roma per intraprendere la carriera cinematografica. Nonostante abbia sempre lavorato fuori dalla
propria città natale, ha portato con sé tratti di “genovesità” nei film, soprattutto nei primi. Germi è stato
un grande intellettuale della società, dei suoi vizi, dei suoi declini. Aveva un carattere che lo allontanava
dall'immagine dell’uomo di successo. Era poco amato dal circolo vizioso e politicizzato del cinema del suo tempo.
Era – si dice - un uomo all'antica, rigoroso, poco incline ai compromessi. Nonostante un certo ostracismo ebbe
comunque un notevole successo. Imperdonabile, anche questo, per alcuni. Oggi la sua grandezza è stata recuperata,
anche se rimane nascosta alle nuove generazioni e poco ricordata al pubblico. Alcuni ritengono che il suo modo
di fare cinema sia di un livello irraggiungibile, poiché capace, a differenza di altri, di ambientarsi (e con qualità)
in tutti i generi da grande sceneggiatore quale era, regista, attore, conoscitore del mestiere. Il suo talento è
totalmente da riscoprire. Perché, come tutti i grandi, ha ancora la capacità di offrire spunti diversi, anche
all’ennesima "lettura" delle sue prove più riuscite.
Il relatore, Andrea Panizzi, docente e pedagogista del Comune di Genova, saggista, socio de A
Compagna, ha fatto conferenze su Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Paolo Villaggio e Carlo Dapporto, grandi
genovesi e grandi liguri.
Renzo Parodi è intervenuto sul tema: «Genova, dove il calcio ebbe inizio. Fra storia e leggende».
88. La conferenza svilupperà il racconto dell’arrivo del gioco del football in Italia, alla fine dell’Ottocento,
seguendo le strade tracciate da alcuni pionieri. Per primo, il medico inglese James Spensley che a Genova sul finire dell’Ottocento
introdusse questa disciplina all’interno del Genoa cricket and athletic club, fondato da alcuni cittadini britannici residenti
nella Superba e li convinse ad accettare anche soci di nazionalità italiana. Per secondo, lo svizzero di origini siciliane
Francesco Calì che giocò nel Genoa per una stagione prima di fondare la sezione calcio dell’Andrea Doria, a lungo rivale cittadino
del Genoa, fino alla cancellazione forzata decisa dal fascismo. Proprio il fascismo a metà degli anni Venti colse il significato
politico-propagandistico del calcio e, imposta la nascita del Girone Unico (1929), ne fece una degli architravi della ideologia
“popolar-nazionalista” del regime, realizzata attraverso la costruzione di nuovi stadi nelle principali città italiane (Genova
compresa) e l’organizzazione del Mondiali del 1934, vinti dall’Italia di Vittorio Pozzo.
Il relatore, Renzo Parodi, genovese, classe 1953, dopo alcune esperienze giornalistiche in gioventù (Gazzetta
del popolo, Gazzetta dello Sport) ha lavorato per 32 anni al Secolo XIX, venti dei quali come inviato speciale di cronaca (nera
e bianca), politica, giudiziaria, costume e naturalmente sport. Per 5 anni è stato responsabile del reparto sport del Decimonono.
Ha seguito tre Olimpiadi, due campionati del mondo e un europeo di calcio e una infinità di partite in Italia e all’estero.
Ha scritto una decina di libri di argomento calcistico (saggi e biografie) e ha dedicato due biografie a Giuseppe Garibaldi e
a Luigi Tenco.
Elisa Benvenuto è intervenuta sul tema: «I Montagnin di Genova: dalla Compagna al Gran Paradiso».
94. Il Gruppo Escursionistico Montagnin, nato in seno alla Compagna, è uno dei gruppi escursionistici più
longevi di Genova e, quasi sicuramente, della Liguria. Dal 1928, anno della fondazione, persegue ininterrottamente gli
scopi enunciati nello statuto sociale ovvero “...sviluppo e divulgazione dello sport della montagna in ogni stagione
dell’anno... col motto: “Camminare ed imparare nel bello della natura e dell’arte”. A tal fine programma escursioni che
spaziano dai familiari ed amati sentieri nei dintorni di casa e nella nostra Liguria a più impegnativi percorsi in alta
montagna, con particolare attenzione e cura per l’ambiente, senza trascurare attività culturali e turistiche in luoghi
particolarmente significativi, e a volte poco conosciuti, del nostro meraviglioso Paese.
La relatrice, Elisa Benvenuto, è socia Montagnin da 1989 e da allora ha dedicato quasi tutto il tempo
libero che la professione le concede alle attività sociali, partecipando attivamente come responsabile gita, organizzatrice
di attività culturali e ricoprendo negli anni l’incarico di consigliere e poi quello di presidente che svolge tutt’ora
con passione e con l’orgoglio di rappresentare un gruppo che ha fatto dell’accoglienza, del clima di irrinunciabile
amicizia e condivisione dei valori della montagna e del camminare insieme la sua principale ragione di essere.
Giorgio Rossini è intervenuto sul tema: «La committenza artistica dei Saluzzo, una dinastia di banchieri tra Genova e la Spagna».
128. La famiglia Saluzzo era originaria di Levanto, nella riviera di levante. Giacomo, fondatore della linea primogenita,
si trasferì nel 1250 a Genova, dove i Saluzzo assunsero, in breve tempo, importanti incarichi pubblici, arricchendo nel giro di pochi
decenni un notevole cursus honorum ed il patrimonio familiare. I Saluzzo si distinsero nell’attività bancaria, tanto da diventare una
delle famiglie più potenti e ricche di Genova, grazie alle sedi aperte in varie città europee, dall’Italia alla Spagna, dalla Francia
alle Fiandre.
La conferenza intende effettuare una panoramica sulla produzione artistica dei Saluzzo, dai palazzi nel centro storico genovese alla
villa sulla collina di Albaro, nota come “Il Paradiso”, che i proprietari hanno gentilmente aperto per permettere la campagna fotografica
presentata in questa conferenza. Nel secolo XVII il ramo principale della famiglia si trasferisce nel Regno di Napoli, dove fonda un
palazzo in città ed acquista il feudo di Corigliano in Calabria e Lequile in Puglia.
Il relatore, Giorgio Rossini, architetto, è stato funzionario della Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici della Liguria. Dal 2002 al 2012 ha ricoperto le funzioni di soprintendente a Venezia ed a Genova. Ha all’attivo
oltre un centinaio di pubblicazioni. Ha tenuto corsi di storia dell’architettura e restauro all’università Ca’ Foscari di Venezia
ed alla facoltà di architettura a Genova.
[ Indietro ]