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Virgilio Bozzo è intervenuto sul tema: «Pietro Germi: grande regista», con la partecipazione di Francesco Boero.
153. A 105 anni dalla nascita è doveroso ricordare Pietro Germi, un figlio della nostra Città, da lui
tanto amata. Nato nel Centro Storico da famiglia benestante, vi ha vissuto finché, attratto dalla cinematografia, ha
abbandonato gli studi, nonostante fosse uno studente modello, e si è trasferito a Roma. Privo di diplomazia, ma geniale
e determinato, aveva un carattere chiuso ed osteggiava la mondanità. Regista, attore, sceneggiatore e soggettista di
parecchi film famosi, ha ricevuto tanti premi e riconoscimenti. È stato sottovalutato e dimenticato.
S’incarica di rinverdirne la memoria Virgilio Bozzo. Nato a Genova nel 1934, è stato Commissario di Bordo
su 9 transatlantici della Costa Armatori e 7 del Lloyd Triestino, ha effettuato 7 volte il giro del mondo. Ha collaborato
alla stesura alcuni libri su Genova e sul mare.
Lorenzo Coveri è intervenuto sul tema: «1284. Un genovese di cento anni fa. La testimonianza orale di un prigioniero della Grande Guerra».
110. Nel corso della prima guerra mondiale gli Imperi centrali (Austria-Ungheria, Germania) avviarono un grande
progetto di ricerca linguistica, musicologica ed etnoantropologica realizzato mediante interviste orali, registrate con il fonografo,
a soldati di diverse lingue, dialetti ed etnie detenuti nei campi di prigionia. I materiali orali e i relativi protocolli d’inchiesta,
reperiti casualmente in anni recenti presso gli Archivi fonografici delle Accademie delle Scienze di Vienna e di Berlino, stanno per
essere pubblicati in volume con supporto discografico. Nella serie di interviste in dialetti italiani si trova anche la testimonianza
orale (si tratta di una novella popolare trascritta e letta dallo stesso informatore) di un prigioniero di guerra genovese registrata
il 25 aprile 1918 che, salvo errore, è la più antica testimonianza orale del genovese urbano finora conosciuta.
Lorenzo Coveri ha insegnato come professore ordinario Linguistica italiana nell’Università di Genova. I suoi interessi
scientifici vertono principalmente sulla dialettologia ligure e italiana, sulla sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, con
particolare attenzione alla comunicazione giovanile e ai linguaggi dei media (cinema, radiotelevisione, canzone), sulla didattica
dell’italiano. Lorenzo Coveri è tra l’altro fondatore e direttore responsabile della RID, “Rivista italiana di Dialettologia” e
accademico effettivo dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere.
Filippo Maiani e Domenico Ricci sono intervenuti sul tema: «I Compianti: il teatro della Passione».
84. Nell’atmosfera ricca di reminiscenze storiche e spirituali della Settimana Santa, tanto vissuta
emotivamente dalle generazioni che ci hanno preceduto, abbiamo tentato di ripercorrere questa memoria con un viaggio
attraverso le immagini dei Compianti sul corpo del Cristo morto. Si tratta di gruppi scultorei eseguiti in legno o
terracotta cariche di una realistica teatralità nel rappresentare l’evento. L’epoca è quella che va dal XV al XVI secolo.
La presenza di queste opere è prevalentemente nel nord Italia.
L’argomento è sviluppato da Domenico Ricci, ex insegnante e appassionato di storia, specialmente quella
medioevale della nostra città, e da Filippo Maiani, appassionato da sempre di fotografia, che insieme
presentano questo viaggio.
Luciano Rosselli è intervenuto sul tema: «I giganti di marmo. La storia delle statue dei benefattori da Pammatone a San Martino».
72. La storia di 127 statue, alte più di tre metri, che raffigurano i benefattori che con la loro ricchezza
e generosità si sono pagati il rispetto delle istituzioni e il diritto all’immortalità. Sono 127 giganti, che, dopo aver
subito nel tempo bombardamenti, abbandoni, trasferimenti e sfratti, finalmente hanno trovato casa. Un importante patrimonio
storico artistico composto da uomini e donne protagonisti di quella beneficenza che ha fatto la storia dell’assistenza ai
poveri ed ai diseredati.
La vicenda di questo interessante recupero ci sarà raccontata da Luciano Rosselli, appassionato conoscitore
della città di Genova, che ha illustrato e scritto articoli per riviste e libri. È autore di cinque libri e attivo nel web e
sui social con cinque siti e una pagina Faceboox (PhotoUrbexWork quello che non ti aspetti) dedicata alla fotografia urbex
(esplorazione urbana di luoghi abbandonati).
Paolo Zerbini è intervenuto sul tema: «Una Tv capace di ascoltare».
91. Un giornalista televisivo, ma non solo, molto conosciuto, Paolo Zerbini, che si
racconta e così si presenta.
«La potenza delle immagini televisive nasce dalla storia che esse sono capaci di raccontare. Per cercare la storia, bisogna
saper ascoltare il mondo che ci circonda. Il giornalista è la figura a cui noi affidiamo questa ricerca di testimonianza,
sia in positivo, sia come atto di denuncia. È il giornalismo, più difficile, che io credo non morirà mai.
Sono nato a Reggio Emilia nel 1942, arrivo a Genova all’età di 8 anni con un sogno (che non so come sia nato) fare, da grande,
il giornalista. Diventa realtà, per un colpo di fortuna. Scrivo il primo articolo per il quotidiano socialista “Il Lavoro”,
appena finito il Liceo. Ne diventerò il Direttore Editoriale. Poi vado al Gruppo Corsera a Milano, per lavorare come
Caporedattore al quotidiano nazionale “L’Occhio”, guidato da Maurizio Costanzo. Ritorno a Genova, di nuovo al “Lavoro”.
All’ennesimo cambio di proprietà, nel 1987 entro nella redazione genovese della Rai, di cui divento Vicecaporedattore
e Conduttore. Dal 2007, per l’età, lascio la Rai e comincio a collaborare, come professionista, nelle TV private genovesi,
Telegenova, Primo Canale, e oggi Telenord. Curo una rubrica settimanale sul Web, per la testata “Genova 3000” con una
striscia sportiva ‘Derby in piazza’ e interviste di attualità».
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