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Andrea Bruzzone e Giorgio Bassoli sono intervenuti sul tema: «Dalla Tavola Bronzea di Polcevera alla nostra tavola e ai nostri vini».
126. Documento storico di importanza nazionale, la tavola bronzea di Polcevera, contiene
riferimenti alle attività agricole e pastorali dell'alta valle. La menzione di elementi quali cereali e vino,
plasma un percorso che attraverso i secoli, conduce ai giorni nostri con prodotti della terra, allevamenti
animali, viticoltura, con una specificità che contraddistingue il territorio, la gastronomia, i vini di
questa valle, incuneata tra i monti alle spalle di Genova e luogo di passaggio fondamentale, dalla via Postumia
alle strade del sale, per merci e uomini dall’oltregiogo al mare.
Il relatore Andrea Bruzzone è nato a Serra Riccò nel 1962, uno degli ultimi fatti in casa,
nella stanza di sopra all’osteria di papà Eugenio, chiamato da tutti Barba Ge, da mamma Letizia, Leti,
padrona della cucina. Cresciuto nell’osteria spesso si giocava nella cantina situata sotto la stessa
in mezzo a botti, damigiane e bottiglie che una volta riempite riposavano nei cestoni di legno. Lì ha
imparato le basi del cantiniere per diventare il Vinaio che è adesso. Nel 1991 con l'aiuto di papà ha
aperto il punto vendita a Bolzaneto entrando anche nel mondo dell’imbottigliato di qualità oltre al
vino sfuso. Nel 1994 ha cominciato con la prima vendemmia assieme ai produttori della Valpolcevera e
da allora ha continuato sino a quest’ultima del 2018, quasi pronta per essere imbottigliata. Inoltre
dal 2014 è nato l'interesse di una nuova avventura con l’Opificio Clandestino degli In-Fusi raccogliendo
ricette e facendone delle nuove con erbe, fiori, frutti tipici della Valpolcevera.
Gabriele Gelatti è intervenuto sul tema: «L’inizio di una tradizione genovese? Il monumentale mosaico a riseu di San Bartolomeo della Certosa».
169. Il riseu della Certosa (1572-1671) è il più antico esempio noto in Liguria di pavimento
a mosaico di ciottoli. L'opera musiva, estesa su tutto il camminamento del “chiostro minore” del complesso di
San Bartolomeo della Certosa per quasi 750 metri quadrati, rappresenta il riseu più vasto e antico conosciuto
ed insieme il più complesso e raffinato. Il mistero della sua creazione evidenzia quanto ancora vi sia da
conoscere su una delle arti tradizionali più rappresentative della Liguria.
Il riseu della Certosa è oggi in condizioni di conservazioni critiche, e il suo possibile restauro rappresenta
il simbolo dell’auspicata rinascita dell’area più colpita dal crollo del ponte Morandi.
Il dr. Gabriele Gelatti è l'ultima maestranza artigiana operativa di discendenza diretta
dalla tradizione. La pratica professionale del mosaico di ciottoli unitamente alla formazione accademica
rendono Gelatti l’anello di congiunzione tra la manifattura del riseu e il suo studio teorico.
Andrea Buti è intervenuto sul tema: «Le antiche fortificazioni sulle alture di Genova: restauro o riuso?».
178. Dopo una breve parentesi iniziale sul ponte Morandi e sui materiali da costruzione, l’argomento della
conferenza si rivolge alle fortificazioni in generale, ed a quelle genovesi in particolare, viste nella loro evoluzione
costruttiva e, soprattutto, dal punto di vista del collocamento al loro interno di una utenza “compatibile” per un sicuro
e duraturo riuso, non disgiunto dal fattore del loro restauro.
La conferenza è tenuta da Andrea Buti, senese, che vive a Genova da quasi cinquant’anni. Ingegnere civile
e professore universitario ha insegnato nelle Facoltà di Ingegneria e di Architettura dell’Ateneo genovese. Nel corso della
propria carriera professionale ed accademica ha approfondito lo studio e la conoscenza del costruito genovese monumentale
e di edilizia abitativa corrente. Per queste sue competenze ha partecipato in modo diretto all’insediamento della Facoltà
di Architettura in Sarzano. È autore di numerose pubblicazioni italiane ed estere in campo tecnico-scientifico ed a carattere
storico-collezionistico.
Annalisa Calcagno Maniglio è intervenuta sul tema: «La villetta di Negro: un importante intervento dell’Ottocento a Genova».
xxx. La Villetta Di Negro e i suoi giardini sono situati sul Bastione dei Cappuccini. A seguito dell’acquisto
della proprietà da parte del marchese Giancarlo Di Negro vennero effettuate varie trasformazioni attuate nel corso dell’Ottocento.
Attualmente è parco pubblico e ospita al suo interno il museo d’arte orientale Edoardo Chiossone.
Nella Villetta si realizza il vivace e interessante mecenatismo del proprietario. Infatti Giancarlo Di Negro raccolse nel pittoresco
giardino, secondo la moda dal tempo, importanti reperti dell’antichità e una ricca collezione botanica. La Villetta fu rinomato
cenacolo di celebri ospiti, di manifestazioni musicali, letterarie e artistiche in genere. Sono stati numerosi gli apprezzamenti
e le descrizioni dei celebri ospiti che l’hanno frequentata.
La relatrice Annalisa Calcagno Maniglio è professore emerito in “Architettura del Paesaggio” ed è stata Pro-Rettore
dell’Università di Genova e Preside della Facoltà di Architettura di Genova. Nel 1980 ha istituito, presso la Facoltà di Architettura
di Genova, la prima Scuola di “Specializzazione in Architettura dei Giardini e Progettazione del Paesaggio”. È autrice di numerose
pubblicazioni sul tema.
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