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Elio Ottonello e Marco Pepé sono intervenuti sul tema: «Bagiue, strie e altre creature della notte in Liguria».
136. Le streghe, storia di donne che nacquero fate, guaritrici e erboriste e morirono amanti
del diavolo. Breve viaggio dalle origini del mito della strega fino alla narrazione di fatti e leggende su bagiue,
bazure e altre creature della notte della Liguria. Ce ne parleranno due relatori che sono un riferimento sicuro
per il tema trattato.
Elio Ottonello, biologo, è autore di romanzi storici e avventurosi ambientati in Liguria, tra
cui “L’ammiraglio e la Strega”, “La Fossa del Lupo” e “La Cartiera del Demonio”; è soggettista di fumetti per
la serie Martin Mystere di Bonelli Editore.
Marco Pepé (Alex), è cultore ed esperto di occultismo e tradizioni magico-popolari. Autore di
“Liguria magica e stregata” e di “Genova stregata”, è indagatore dell'insolito e ideatore del “Ghost Tour”, un
viaggio affascinante nei vicoli di Genova alla scoperta di fantasmi e presenze inquietanti.
Mariolina Manca è intervenuta sul tema: «Il restauro della tavola dell’Ultima Cena del Procaccini sulla controfacciata della Chiesa della Nunziata».
155. Nel luglio del 2018 è stato presentato, nella chiesa della Nunziata prima di essere ricollocato sulla
controfacciata, il grande quadro restaurato dell’Ultima Cena di Procaccini. Oltre all’interesse per il quadro, questa è anche
l’occasione per conoscere meglio la storia della chiesa, che lo ospita dal 1686.
La relatrice Mariolina Manca, dopo l'insegnamento al liceo scientifico M. Campagnat per il disegno e la
storia dell'arte, si è dedicata alla ricerca, attraverso opere figurative, di aspetti significativi della nostra città.
Nel 2004 ha prodotto un DVD, edito da De Ferrari, intitolato “Dalla Lanterna al Bigo” con il sottotitolo “Viaggio nella
storia di Genova attraverso le sue architetture” (in italiano e in inglese).
Michele Pittaluga è intervenuto sul tema: «Acqua di ieri e di oggi: come si è giunti all’attuale situazione acquedottistica genovese».
136. Dalle tracce di un acquedotto romano, la storia dell’acqua a Genova si articola attraverso
l’acquedotto storico della Val Bisagno, che raggiunse il suo massimo sviluppo lineare nel ’600 e rimase l’unica
fonte di approvvigionamento fino a quando Paolo Antonio Nicolay, nel 1854, approfittando della costruzione della
nuova galleria ferroviaria dei Giovi, deviò l’acqua dello Scrivia verso Genova. Seguirono gli ingegneri Salvatore
e Niccolò Bruno, che costituirono, trent’anni dopo, l’Acquedotto De Ferrari Galliera.
Nel 1917 l’acqua del vecchio acquedotto della Val Bisagno venne dichiarata non più potabile: ciò creò di fatto
un duopolio costituito dai due acquedotti privati. Successivamente il Comune rientra sul mercato costruendo
l’acquedotto di Val Noci (1925) cui si affiancherà, nel 1960, quello del Brugneto. Si va verso l’unificazione
delle risorse idriche, dapprima con opere di interconnessione (anni ’90), e poi con la fusione delle società.
Il relatore Michele Pittaluga, architetto, è il curatore del Museo dell’Acqua e del Gas di Genova,
di cui ha reperito la maggior parte dei pezzi. Si occupa anche dell’archivio storico aziendale, rendendone
disponibili i documenti a studiosi e ricercatori.
Lorenzo Moretto è intervenuto sul tema: «La più vecchia stazione marittima del mondo (forse): la Commenda di Pré».
174. Lorenzo Moretto è socio della Compagna dal 2016 ed è un genovese di ritorno;
infatti, dopo trentacinque anni di lavoro a Milano e dintorni in campi completamente diversi, è rientrato a Genova
dove ha rinvigorito la passione per la storia della città e dei suoi monumenti che aveva già ai tempi del liceo.
Unendosi al gruppo “Aperti per voi” del Touring Club Italiano, da alcuni anni contribuisce a tenere aperte per la
visita due chiese genovesi: Santo Stefano e la chiesa inferiore della Commenda di Pré. Proprio per questo ha
approfondito, da dilettante appassionato, la storia e le vicissitudini della Commenda, la più antica stazione
marittima del mondo ancora esistente.
La storia della Commenda di Pré si sviluppa in oltre otto secoli. Sotto la gestione dei Cavalieri Giovanniti di
Gerusalemme, era luogo di accoglienza dei pellegrini diretti alla Terra Santa; quindi si è trasformata sempre più
in luogo di cura dei malati. Fino alla costruzione dell'Ospedale di Pammatone era il più grande ed attrezzato
ospedale genovese e continuò ad operare, unico, dopo la chiusura di tutti gli altri ospedali minori. Dopo il
secolo XVI l'edificio cominciò ad essere messo a frutto per spazi abitativi e commerciali e nel XVIII venne
trasformato in parrocchia per la sola chiesa superiore. Nell'ultimo dopoguerra cominciarono i lavori di ripristino
e restauro, conclusi nel 1992 in occasione delle commemorazioni colombiane. Oggi la Commenda è ritornata all’antico
splendore: pur con le perdite dovute ai troppi diversi utilizzi, resta uno dei monumenti genovesi più belli, complessi
e ricchi di storia.
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