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Giacomo Raul Giampedrone è intervenuto sul tema: «La protezione civile e le infrastrutture in Liguria».
105. Come succede da vari anni l’apertura de “I Martedì de A Compagna” è affidata
a un amministratore pubblico affinché possa spiegare alla Compagna e alla città gli indirizzi
amministrativi e legislativi che l’amministrazione in carica sta intraprendendo.
Quest’anno mi è parso inevitabile chiedere all’assessore regionale Giacomo Giampedrone,
con deleghe alla protezione civile e alle infrastrutture e viabilità, di aprire il ciclo 2018-2019
dei “Martedì”. Sapremo quindi come è cambiata la protezione civile, passata da un modello complicato
ad un modello avanzato, e quale sarà il destino deli collegamenti Ponente Levante dopo il crollo
del Ponte Morandi.
don Claudio Paolocci è intervenuto sul tema: «Genova sconosciuta: un patrimonio tuttora esistente».
161. Il tema della conferenza è di fatto il titolo di un progetto culturale permanente che –
attraverso gli attuali strumenti tecnologici – potrà divenire un museo interattivo della città e del territorio.
Si richiama l’attenzione del genovese, ancor prima che del turista, e soprattutto di coloro che desiderano
conoscere la storia della loro città, a riscoprire nell’attuale tessuto urbano una serie di persistenze che
si dicono perdute ed invece ancora esistono. Questo incontro presenta un breve tour e collega poi una serie
di opere d’arte dall’odierna sede, spesso museale, nelle quali si trovano alla sede originale per cui furono
realizzate. Un invito a scoprire passando per le nostre strade un patrimonio di storia, curiosità, personaggi,
arte.
Queste cose ci saranno raccontate da don Claudio Paolocci, che dal 1983 è prefetto della biblioteca
Franzoniana, la prima biblioteca pubblica della città, aperta nel 1749. Essa custodisce oltre 350.000 volumi
e tra essi manoscritti in greco, ebraico, arabo, latino e italiano a partire dal X secolo. Tra essi vi è anche
il più antico manoscritto conosciuto in lingua genovese.
Antonio Musarra è intervenuto sul tema: «1284. La battaglia della Meloria».
166. Il 6 agosto del 1284, nei pressi delle secche della Meloria, al largo di Livorno,
Genovesi e Pisani si affrontarono in una delle più grandi battaglie navali del Medioevo. La causa immediata
è la contesa per il controllo della Corsica. In realtà, al centro v’è soprattutto il tentativo di affermare
la propria supremazia su tutto il Mar Ligure e il Tirreno al fine di salvaguardare le rotte per la Sicilia,
l’Africa settentrionale e il Levante mediterraneo. Le due città giunsero allo scontro al culmine di una serie
di rivolgimenti – dalla caduta dell’Impero Latino di Costantinopoli all’ascesa della potenza angioina, allo
scoppio della guerra del Vespro – che mettevano in discussione gli equilibri raggiunti a fatica. La
ricostruzione del volto della battaglia consente di riportare alla luce, oltre alla brutalità del combattimento
sul mare, il profilo di un Medioevo diverso: quello marittimo e navale, dove gli orizzonti improvvisamente si
allargano e dove piccole città si rendono protagoniste di rivoluzioni – da quella commerciale a quella nautica,
a quella finanziaria – capaci di mutare il corso della storia.
Il relatore, Antonio Musarra, è assegnista di ricerca presso la cattedra di Storia medievale
dell’Università degli Studi di Firenze, docente di Paleografia latina presso l’Università degli Studi di Sassari
e associato del Laboratorio di Storia marittima e navale dell’Università degli Studi di Genova. Laureatosi in
Storia medievale presso l’Ateneo genovese, addottoratosi presso l’Università degli Studi di San Marino (RSM),
ha conseguito una borsa di post-dottorato presso la Harvard University. Si occupa di storia del medioevo
genovese, di storia marittima e navale e di storia della crociata. Ha dedicato alla Meloria un volume recente:
1284. La battaglia della Meloria, Roma-Bari, Laterza, 2018.
Maria Enrica Crosio e Claudio Cabona sono intervenuti sul tema: «Paul Valéry, il soggiorno genovese e la “Nuit de Gênes».
126. Palazzo Montanaro sorge sui resti del convento francescano adiacente la scomparsa Chiesa di San Francesco di Castelletto (distrutta alla fine del 1700). Nell’atrio del palazzo si trovano ancora intatti il chiostro gotico e la splendida cappella settecentesca chiamata “Oratorio dell’Immacolata” che fu dapprima Sala Capitolare. L’appartamento, che occupa tutto il piano nobile, ha al suo interno ancora integri gli arredi che il Cav. Montanaro, commissionò intorno alla metà dell’800 alle migliori maestranze genovesi. In questa casa nell’ottobre del 1892 Paul Valéry, il grande poeta ed intellettuale francese, ebbe a vivere un’esperienza che segnò la sua vicenda personale ed artistica: la “Nuit de Gênes”. Maria Enrica Crosio vive in questa casa dal 2011 e dal 2015 l’ha aperta a visite pubbliche. Intervistata da Claudio Cabona – giornalista di musica, cultura e spettacoli – Maria Enrica ci intratterrà con una visita raccontata intrecciando le vicende della scomparsa dell’antica Chiesa e del suo Convento, del Cav. Montanaro e della sua ascesa da piccolo commerciante a ricchissimo borghese, di Paul Valéry e della sua storia legata a questa città e molto altro.
Giorgio Bazzurro è intervenuto sul tema: «Cristoforo Colombo: la navigazione responsabile».
174. Un autore del Novecento, Guido Morselli, estraneo all’ambiente marinaro, scrive una lucida notazione
nautica nel tentativo di spiegare il suo perenne stato d’animo inquieto, pervaso di amarezze. Morselli si paragona a “...un
navigante con insufficienti indizi per calcolare la longitudine...”. La notazione, a suo tempo mi ha sorpreso, ma l’ho trovata
illuminante per ricordare che i naviganti, da quando è iniziata la navigazione in altomare oceanico (circa 1440), sapessero
misurare la longitudine quando e dove avevano gli indizi necessari. Per farci capire che la navigazione fosse pianificata e
condotta consapevolmente, Colombo ci insegna come misurassero la longitudine nella sua epoca.
Di questo argomento, ovvero sulla navigazione responsabile, ce ne parla Giorgio Bazzurro che ha frequentato
i corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno nella quale è stato anche docente. Per circa 30 anni ha svolto il ruolo di
ufficiale di Stato Maggiore della Marina Militare esperto in navigazione di precisione prima dell’avvento dei satelliti.
Sul tema della navigazione ha scritto tre libri.
Aldo De Scalzi è intervenuto sul tema: «Il sound di Genova».
104. Aldo De Scalzi, 61 anni, pluripremiato autore di colonne sonore (3 David di Donatello,
3 Nastri d’Argento, 2 Globi d’oro ecc.) è, prima di tutto, un genovese ed è stato, prima di questi ultimi 20 anni passati
nel mondo del cinema e della TV, protagonista della scena musicale della città.
Grazie anche al fratello Vittorio (Leader dei New Trolls) e al padre Gianni (primo tra i discografici ad
occuparsi della musica dialettale), Aldo, negli anni, ha lavorato alla “Canzone in dialetto” non solo come produttore/arrangiatore
ma anche come compositore con la passione di chi ha la città e la sua parlata nel cuore. Il “Sound di Genova”
racchiude quindi le sue esperienze musicali a Genova tra il ’70 e il ’90, le sue esperienze di “Genovese a Roma” tra il ’90 e
oggi e il suo ritorno in città da 10 anni a questa parte. L’incontro prevede alcune proiezioni tratte da alcuni dei film musicati
da lui.
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