posta@acompagna.org

[ Indietro ]

A Compagna > Fotografie > Febbraio 2018

Martedì de A Compagna

(clicca sulla fotografia per ingrandirla; poi, se vuoi, salvala per avere una risoluzione maggiore)

Martedì 6 febbraio 2018

Francesco De Nicola e Roberto Trovato sono intervenuti sul tema: «Plinio Guidoni: l’uomo, la poesia, il teatro» con contributo scritto di Lorenzo Coveri letto da Giunio Lavizzari Cuneo.

71. Plinio Guidoni (Camogli 1922 - Genova 1994) si avvicina alla poesia agli inizi degli anni Sessanta quando, viveva a Roma dove lavorava come bancario. Esordisce nel 1969 con la silloge A çittae deserta, e dopo una parentesi in italiano torna al genovese. La raccolta Controvento (1990) rappresenta il vertice della sua poesia (presente nelle più importanti antologie della lirica dialettale). Sin dal 1963, ha affiancato l’attività poetica ad un’intensa produzione teatrale.
Infatti Guidoni esordisce a teatro nel 1963 con il radiodramma O pandoçe da scia Pellegra. La sua operosità in questo settore è quindi durata 33 anni. I suoi lavori si caratterizzano per la suggestione delle metafore di cui sono sostanziati e in cui dimostra una padronanza dei mezzi scenici. Redatte con un sapiente dosaggio di toni e registri e in un linguaggio misurato e asciutto, le sue pièces riprendono. due temi: la solitudine e l’incomunicabilità.

Martedì 13 febbraio 2015

Andrea Buti è intervenuto sul tema: «Il “Ghetto” del centro storico di Genova».

188. Il tema di questa conferenza prende spunto e ripercorre alcune esperienze dirette vissute nel Ghetto, a vario titolo, dall’autore. Esperienze condotte nel 2002 per conto dell’Amministrazione Comunale con i sopralluoghi conoscitivi sui luoghi e sulle unità abitative di 12 isolati, e negli anni 2003-2005 con la conduzione di un “Laboratorio di Sintesi Finale” nella Facoltà di Architettura conclusosi con il Convegno del 30 marzo 2006 “il Quartiere del Ghetto di Genova. Studi e proposte per il recupero dell'esistente”.
L'argomento del Ghetto è stato ripresentato poi dall’autore – sotto l’aspetto della conoscenza – nel Convegno del 26 aprile 2010 “Sicurezza e progettazione nel Centro Storico di Genova: quali prospettive?”, i cui esiti scritti nei relativi Atti stiamo ancora aspettando e si conclude oggi con gli esiti di un sopralluogo di aggiornamento, del mese di gennaio, sullo stato dei luoghi e sulle iniziative prese in questi ultimi anni.
A illustrarci queste tematiche è Andrea Buti, ingegnere civile e professore universitario che ha insegnato presso la Scuola Politecnica dell’Ateneo genovese, è stato delegato all’edilizia di Ateneo del Magnifico Rettore per tredici anni ed ha collaborato con varie istituzioni pubbliche.

Martedì 20 febbraio 2018

Francesco Macrì è intervenuto sul tema: «Girolamo Serra, politico e storico illuminista».

110. Girolamo Serra è uno dei protagonisti di un preciso periodo della storia genovese e di vicende epocali che poi, per inspiegabili ragioni, vengono dimenticati. La conferenza si propone di rivalutare la figura di un aristocratico, politico e storico, colto e raffinato per nascita e condizione sociale, che ha vissuto in prima persona, per oltre quarant’anni, gli ultimi bagliori di vita della Repubblica di Genova, tra Rivoluzione e Restaurazione.
Francesco Macrì, già insegnante di discipline giuridiche ed economiche, appassionato alla storia dei Genovesi ha scritto sull' argomento diversi libri, tra cui una recente monografia su Girolamo Serra.

Martedì 27 febbraio 2018

Stefano Monti Bragadin è intervenuto sul tema: «Da Serenissima Repubblica a Ducato di Genova: come e... perché».

117. Duca di Genova fu il titolo aggiuntivo conferito dal Congresso di Vienna al Re di Sardegna, in diretta conseguenza della riunione degli Stati che avevano composto l’ antica Repubblica di Genova a quelli di S.M. Sarda, deliberata dal Comitato delle Otto Potenze (Austria, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna, Svezia) nella seduta del 13 novembre 1814 (con il voto contrario della sola Spagna); un’apposita Commissione a tre (Austria, Gran Bretagna e Francia), inoltre, avrebbe fissato le condizioni (un articolato di 17 punti) da garantire internazionalmente, prima fra tutte quella del Porto-franco, e da aggiungere al Trattato finale di Vienna, divenendone parte integrante.
A chiarire i fatti storici che hanno portato alla conclusione qui sopra indicata sarà Stefano Monti Bragadin, docente di Sociologia Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Genova e studioso delle problematiche relative alla struttura e alla dinamica sia dei sistemi socialisti sia delle democrazie liberali.

[ Indietro ]