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Donatella Alfonso è intervenuta sul tema: «Resistenti, combattenti, libere. Le donne nella guerra partigiana in Liguria».
61. Una storia che inizia più di settant’anni fa e dura ancora, per fortuna: è la storia
delle ragazze e delle donne che, nei venti mesi della guerra di Liberazione o anche prima, decisero da che
parte stare: contro il fascismo, l’oppressione, la mancanza di libertà e di futuro. E, contemporaneamente,
anche contro una morale e un costume che le voleva obbedienti, senza alcun diritto di scegliere la propria
vita, un lavoro, un’opinione politica, che futuro avere. Le partigiane e le resistenti, semplicemente,
scelsero di essere protagoniste della propria vita: e questa scelta, per molte di loro, è stata solo l’inizio
di altre svolte della propria esistenza. In Liguria, come in molte altre regioni, la Resistenza ha segnato
fortemente la crescita e l’emancipazione delle donne. Che, ancora, così si raccontano.
Donatella Alfonso, scrittrice e giornalista, scrive per “La Repubblica”. Tra i suoi libri,
“Fischia il vento-Felice Cascione e il canto dei ribelli” (Castelvecchi), “Animali di periferia. Le origini
del terrorismo tra golpe e resistenza tradita. La storia inedita della XXII Ottobre” (Castelvecchi). “Ci
chiamavano libertà. Partigiane e resistenti in Liguria 1943-1945” (De Ferrari). “Al di qua del mare. Migranti
e accoglienza in Liguria” (De Ferrari, con G. Destefanis, V. Evelli, E. Manna).
Andrea Buti è intervenuto sul tema: «Degrado urbano a Genova: problemi di oggi, problemi di sempre».
118. Il degrado urbano non consiste solo nella mancanza di pulizia con l’accumulo di rumenta sulle vie
– come pure nelle decorazioni con cui i novelli Raffaelli imbrattano le facciate dei nostri palazzi e delle case di
civile abitazione – ma anche nell’introdurre oggetti o opere “aliene” in contesti storici architettonici ben definiti e
caratteristici quali i Centri Storici delle Città. Senza voler emulare Vittorio Sgarbi nel suo libro del 2003 “Un paese
sfigurato”, l’esempio ricade anche su Genova che da anni non sembra preoccuparsi di tali problematiche, ivi comprese
quelle della collocazione di certe utenze improprie al suo interno. Una carrellata dunque per immagini lungo le nostre
vie cittadine, come altrove, dove gli esempi di cattivo uso del territorio non mancano sotto gli aspetti più svariati.
A guidarci in questo percorso è Andrea Buti, ingegnere civile e professore universitario che ha insegnato
presso la Scuola Politecnica dell’Ateneo genovese.
Vittorio Laura e Massimo Sannelli sono intervenuti sul tema: «Un’imperatrice in incognito: “Sissi” a Genova, 1893».
168. Tutti la chiamano “Sissi”, dopo i film romantici con Romy Schneider. In realtà si chiama Elisabetta,
oppure Sisi. È l’imperatrice Elisabetta d’Austria, regina apostolica d'Ungheria, regina del Lombardo-Veneto. Quando arriva
a Genova per la prima volta, nel marzo 1893, in incognito, è una signora di 56 anni, ancora molto bella, ma devastata
dalla perdita del figlio, l’arciduca Rodolfo. Per cinque giorni l’imperatrice attraversa Genova in lungo e in largo,
quasi sempre a piedi, da Pegli a Staglieno, dal monte Gazzo al centro. Vuole camminare il più possibile e vedere tutto,
nel breve tempo a disposizione. Un anonimo giornalista del “Secolo XIX” la segue sempre, come un vero e proprio stalker.
Nell’ultimo anno di vita, il 1898, Elisabetta torna in Liguria: vive quasi due mesi al Grand Hotel di Sanremo, dal 3
gennaio al 1° marzo. È il suo ultimo contatto con l’Italia e con il mare, il suo ambiente più amato.
Vittorio Laura e Massimo Sannelli racconteranno la storia dell’Imperatrice triste e
sublime, anche con l’aiuto di immagini d’epoca.
Gian Domenico Ricaldone è intervenuto sul tema: «Lina Volonghi, attrice genovese».
133. Lina Volonghi nasce a Genova nel 1916 e muore a Milano nel 1991. A sedici anni esordisce nella
Compagnia di Gilberto Govi al fianco del quale rimane per sei stagioni alternando il lavoro in teatro con l’attività
agonistica nel nuoto. Scelta definitivamente la via del palcoscenico, dà prova di grande versatilità interpretando
ruoli molto diversi del repertorio classico, moderno e contemporaneo al fianco dei maggiori attori e registi del
teatro italiano. Molto popolare anche per le sue numerose apparizioni cinematografiche e televisive, è stata con il
teatro Stabile di Genova nel corso di due lunghe stagioni, dal 1951 al 1954 e dal 1968 al 1983.
La conversazione verterà su tutta la carriera della Volonghi focalizzandosi però in particolare sull’ultimo periodo
di collaborazione con il Teatro Stabile di Genova.
Eugenio Pallestrini è Presidente del Museo dell’Attore dal 2007 ed è stato Presidente del Teatro
Stabile di Genova dal 2006 al 2016. Gian Domenico Ricaldone lavora al Museo Biblioteca dell’Attore
dal 1989, dal 2006 è il responsabile dell’Archivio.
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