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Patrizia Risso è intervenuta sul tema: «La Duchessa di Galliera: la donna dalle sue lettere e dai suoi ritratti».
155. Maria Brignole Sale, protagonista, più che testimone, della storia dell’800 europeo, è
figura notissima ai Genovesi grazie alle sue donazioni e alle sue realizzazioni filantropiche.
La conversazione di oggi si propone di evidenziare, anche attraverso il ricco epistolario, il lato emotivo,
sentimentale, curioso, ironico e talvolta divertente della sua personalità, spesso messo in ombra dall’aspetto
ufficiale.
Patrizia Risso, genovese, per molti anni docente, è vice capo delegazione del FAI di Genova;
studiosa dell'arte e della storia della nostra città, ha pubblicato articoli e tenuto conferenze sull’argomento
ed è autrice del libro “Genova: Storie di donne nella storia”.
Pietro Romanengo è intervenuto sul tema: «La confetteria a Genova». Testo dell'intervento
143. Quando nel 1099, a Tripoli di Siria, i crociati di Goffredo di Buglione scoprirono lo zucchero e i mercanti
genovesi, veneziani e pisani lo portarono nei nostri porti, cominciò a svilupparsi a Genova, lungo i portici di Sottoripa, l’arte
della lavorazione dello zucchero secondo una sapienza orientale che già infatti conosceva la canditura e la confettatura della
frutta, dei fiori e delle spezie. Quest’arte, la confetteria, raggiunse a Genova vette altissime di eccellenza qualitativa,
testimoniata dagli scritti di cronisti e scrittori, e fu il campo d’azione di conventi, di cuochi e di molte dinastie di confettieri.
Questi laboratori di confetteria in cui confluivano esperienze orientali, francesi e genovesi, diedero il meglio di sé nella
lavorazione della frutta candita e recarono grande lustro alla città nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Da questa
grande tradizione nacquero a Genova, accanto ai laboratori artigianali, anche eccellenti industrie dolciarie. Il declino
dell’economia genovese e il lento perdersi delle tradizioni, insieme ad altre cause, portarono poi nella seconda metà del
Novecento alla chiusura, nell’indifferenza della città, di molti tipici laboratori artigianali di confettura e cioccolato
e alla chiusura o al trasferimento di tante nostre industrie dolciarie.
Oggi un certo ritorno alla tradizione e al naturale legittima però la speranza che, purtroppo scomparse le industrie, non
scompaia del tutto anche la figura professionale dell’artigiano confettiere genovese alla cui arte, abilità e gusto deve
tanto la nostra cultura dolciaria.
Di questo e di altro ancora ce ne parlerà uno dei più illustri e famosi confettieri genovesi: Pietro Romanengo
che A Compagna ha insignito del premio Enrico Carbone perché
continua a portare Genova all’onore del mondo con le sue delizie dolciarie. Pietro Romanengo è presidente della ditta Pietro
Romanengo fu Stefano, antica confetteria genovese, e presidente dell’associazione locali storici d’Italia.
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