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Valeria Zattera è intervenuta sul tema: «Domenico Viviani, primo naturalista ligure e fondatore dell’Orto botanico dell’Università di Genova (1772-1840)».
Ultimo dei sette figli di Antonio Maria e di Angela Bosticca, Domenico Viviani nacque nella
“villa” dii Legnaro il 29 luglio 1772 in una famiglia di agiati agricoltori. Intrapresa con insuccesso la
professione medica scoprì presso l’Orto Botanico di Pavia la sua vera vocazione di botanico, tanto che il
marchese Gian Carlo Di Negro nel 1801 gli affidò la cura del giardino della sua famosa Villetta. L’anno
seguente venne istituita la cattedra di Botanica a Genova ed egli fu il primo titolare. Fondò l’orto Botanico
genovese e face ampie ricerche sulle piante. Ma la salute lentamente lo abbandonava. L’ultima sua opera fu
quella dei funghi nel 1835; nell’anno 1837 lasciò l’Università. La morte lo colse il 15 febbraio 1840
all’età di 68 anni. Due giorni dopo fu sepolto nella Chiesa dei cappuccini sotto una lapide ove sono
scolpite le tre piante da lui scoperte e disegnate, tramandando ai posteri il ricordo di una così insigne
persona.
La figura di Domenico Viviani sarà illustrata da Valeria Zattera, di Levanto, studiosa di
storia locale e autrice di un libro sul Viviani.
Carla Sanguineti e Olga Tartarini sono intervenute sul tema: «Mary e Percy Shelley a Lerici e nel golfo dei poeti».
Nel suo romanzo storico “Come un incantesimo: Mary e Percy Shelley nel Golfo dei Poeti” Carla
Sanguineti ci racconta, rispettando l’ordine cronologico dei fatti e dei luoghi, di Mary e Percy Shelley che
fuggono da Londra nel 1814 per vivere il loro amore in libertà: lei sedicenne aspirante scrittrice e lui ventunenne
poeta, sposato e con figli, baronetto sgradito alla sua classe sociale per la fama di ateo sovversivo e satanista.
“...Il luogo era troppo bello e non sembrava di questa terra: la lontananza di ogni traccia di civiltà, il mare
ai nostri piedi, il suo incessante mormorio e il suo mugghio nelle nostre orecchie...”. Così Mary Shelley ricordava
la Baia di Lerici nella Londra dove si era rifugiata dopo la morte di Percy. L’incantesimo, prima ancora che
nella loro vita era nei luoghi, nella baia lericina, all’interno del Golfo denominato in seguito da Sem Benelli
“Golfo dei poeti” proprio in omaggio a Mary e Percy. I versi che Shelley aveva scritto nel golfo sembravano
scaturire dal mare e dai boschi...
Carla Sanguineti, nata a Genova, vive tra il Golfo della Spezia, Genova e Milano. Impegnata su
temi politici e sociali, ha svolto attività culturali collaborando con università, pubblicando testi, realizzando
convegni e manifestazioni artistiche. Si è dedicata allo studio di Mary Shelley e su di lei ha organizzato
conferenze e scritto libri. tra cui il romanzo citato. Carla Sanguineti sarà accompagnata da Olga
Tartarini, assessore alla Cultura del Comune di Lerici, e da Bernardo Ratti, Presidente
della Società Marittima di Mutuo Soccorso di Lerici, aderente alla Consulta Ligure e attiva nella difesa della
cultura e delle tradizioni liguri.
Matteo Losio è intervenuto sul tema: «Bruxaboschi: 150… e 2 anni tra fuoco e fiamme: una storia di vita dedicata alla ristorazione».
La Trattoria detta del Bruxaboschi si trova a San Desiderio, sulle alture della città. Dal 1862
è sempre stata la stessa famiglia a condurre questo locale tra i più conosciuti e rinomati di Genova. La Trattoria
è membro dei Locali Storici d’Italia: nel 2012 ha compiuto i 150 anni all’insegna della cucina genovese, attraverso
un percorso partito da Giovanni Battista e Rosa Peirano, detti i Bruxaboschi, fino alla quinta generazione della
famiglia. Questo lungo periodo di attività ha consacrato la trattoria quale tempio delle tradizioni e delle
ricette del genovesato. La storica saletta è intrisa di ricordi. Sicuramente vi sostò Mazzini quando era ospite
nella vicina villa di Andrea Galleano ed ha costituito la sede del Circolo ottocentesco della comunità svizzera
della Superba. Ai suoi tavoli sedeva il violinista Renato De Barbieri, al quale il Comune concedeva di suonare
il violino di Paganini. Ancora oggi dal “Bruxaboschi” si può trovare la cucina tipica.
Come ci racconterà il nostro relatore Matteo Losio, nel maggio 2012 in occasione del 150°
anniversario, lui e suo fratello, l’ultima generazione della famiglia, hanno deciso di aprire il ristorante Braxe,
in zona Carignano improntato sulla freschezza e semplicità dei piatti, utilizzando prodotti di altissimo
livello gastronomico con una continua ricerca di piccoli produttori anche locali. Così questa enorme crisi
globale, diventa uno stimolo ad andare avanti e non mollare, anche per non abbandonare le radici, i ricordi,
i clienti affezionati, e la nostra magnifica Genova con tutti i pregi e difetti che conosciamo.
Gabriella Airaldi è intervenuta sul tema: «Liguria e Liguri tra preistoria e storia».
Come testimoniano le tracce del più remoto passato – venute progressivamente alla luce – e come
narrano le memorie più antiche, le origini della gente ligure si perdono nella notte dei tempi. Bisogna dunque
far ricorso al mito e non solo alla storia per ricostruire le vicende più lontane di chi, per millenni, ha abitato
uno spazio assai più ampio di quello attuale. Precocemente immersa nell’economia mondo, l’area ligure, punto
d’incontro di culture diverse, vedrà infatti delinearsi progressivamente i “caratteri originali” propri di un’area
di frontiera destinata a svolgere un ruolo essenziale nella storia mondiale.
Questo affascinante percorso che si snoda tra mito e storia sarà raccontato da Gabriella Airaldi,
professore ordinario nell’Università di Genova, specialista di storia mediterranea e di storia delle relazioni
internazionali e interculturali per l’età medievale e la prima età moderna. Già assessore della Provincia di
Genova, è autrice di molti testi storici.
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