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A Compagna > Fotografie > Maggio 2013

Martedì in Compagna

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Martedì 7 maggio 2013

Virgilio Bozzo e Pier Luigi Gardella sono intervenuti sul tema: «Emilio Salgari a San Pier d’Arena».

Recentemente, la figura di Emilio Salgari ha avuto un momento di nuova notorietà in quanto, grazie all’interessamento del Com. Bozzo, l’Istituto Nautico San Giorgio di Genova ha conferito a Emilio Salgari il diploma di Capitano ad honorem, che è stato consegnato agli eredi dello scrittore nel corso della cerimonia di consegna degli attestati ai neo diplomati dell’Istituto.
Nell’incontro Virgilio Bozzo, commissario di bordo in pensione che si dedica da tempo allo studio e alla ricerca su personaggi famosi legati a Genova e al mare, e Pier Luigi Gardella, coordinatore del Centro Studi Storie di Jeri e ricercatore di storia locale nel Golfo Paradiso e di storia delle Confraternite liguri, parleranno della permanenza a San Pier d’Arena, alla fine dell’Ottocento, di Emilio Salgari, e del suo editore genovese Donath (lo stesso che, nel 1910 ha pubblicato il dizionario del Frisoni). Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, era presente a Bogliasco Lady Margaret Brook, Ranee di Sarawak. Si parlerà anche di lei in quanto aveva sposato Charles, nipote di James Brooke; e James Brooke fu il primo “Raja bianco” di Sarawak e fu immortalato da Salgari nei suoi romanzi.

Martedì 14 maggio 2013

Mario Chiapetto è intervenuto sul tema: «I rapporti tra Genova ed il Portogallo».

Mario Chiapetto, torinese, laureato a Coimbra in Diritto e Scienze Sociali a Lisbona, avvocato in Barcellona e delegato per l’Italia della Sociedade Histórica da Independência de Portugal, Istituzione portoghese di utilità pubblica fondata nel 1861, ha una grande passione per il Portogallo. Ma ne ha altrettanta per Genova: è infatti socio vitalizio della nostra associazione A Compagna. Ed è lui a raccontarci che, senza l’esperienza della Genova del XIII secolo in campo navale quasi certamente il Portogallo avrebbe avuto un’altra storia, orientata verso la Penisola Iberica e non verso gli Oceani. Per ripercorrere brevemente quella antica collaborazione tra la Repubblica di Genova e il Regno di Portogallo, questa conferenza intende tracciare le linee guida di questa storia, proporre alcuni personaggi genovesi eminenti nei vari campi della navigazione, dell’arte militare, delle arti in genere e, nei limiti imposti dal tempo a disposizione, fornire anche alcuni riferimenti all’interscambio linguistico tra gli idiomi genovese e portoghese. La conferenza sarà anche utile per conoscere la bibliografia, di non facile reperibilità, su questi argomenti.

Martedì 21 maggio 2013

Antonio Baracchi è intervenuto sul tema: «Vita ed interventi avventurosi dei medici di Torriglia e dintorni».

Antonio Baracchi nasce a Torriglia il 24 agosto 1930, secondo di tre figli di Silvio Baracchi, il medico che per 50 anni ha curato la popolazione di Torriglia e dintorni. Oggi ci racconta le esperienze e le difficoltà della professione così come praticata dal padre tra gli anni ’20 e gli anni ’70: la vita di un medico figlio di contadini che a 18 anni si trova in trincea sul Piave, a 21 in Libia e a 26 si laurea in medicina, conseguendo poi due specializzazioni, una in ostetricia ed una in malariologia e da Campi, in provincia di Ottone, suo paese natale, si sposta a Torriglia dove si sposa e trascorre tutta la vita, fatta eccezione per i 5 anni della Seconda Guerra che lo porteranno ad esercitare come Tenente Colonnello Medico in Jugoslavia prima, poi come direttore dell’ospedale militare di Catanzaro da dove, nel 1945, rientrerà a Torriglia per riprendere il suo ruolo di medico nella campagna ligure. Aneddoti vissuti anche in prima persona dal dr. Antonio Baracchi che, sulle orme del padre, iscritto alla Facoltà di Medicina, lo seguiva nelle visite raggiungendo a cavallo, di giorno e di notte, le zone più remote dell’Appennino Ligure.

Martedì 28 maggio 2013

Luigi Felolo è intervenuto sul tema: «Gli Ambrones: truppe di montagna liguri ad una battaglia del 102 A.C.».

Dal 238 al 180 a. C. ai Romani sono state necessarie sette campagne militari per debellare i Liguri, asserragliati sulle loro montagne, che, con la loro irriducibilità, avevano dimostrato quanto poi scritto dal filosofo Seneca: “Più forte è il soldato che proviene da zone impervie. L’austerità di un luogo rafforza il carattere e lo rende capace di grandi imprese”. Due dei comandanti romani erano dei Minucii, come i compositori di una vertenza citati nella Tavola Bronzea di Polcevera. Nel 102 a. C., ad Aix-en-Provence, dei Liguri Ambrones combatterono nell’esercito romano contro Teutoni e Amroni. Le armi rinvenute in tombe di Liguri indicano quale poteva essere l’armamento di quegli ausiliari. Una possibile provenienza dei Liguri Ambrones permette osservazioni di toponomastica, mentre la provenienza di Cimbri, Teutoni e Amroni, scontratisi ripetutamente con i Romani, fa ricordare fenomeni geologici postglaciali verificatesi sulle coste meridionali del Mar Baltico e del Mare del Nord. Questi Germani suggeriscono poi osservazioni sull’etimo del termine “germano”, su un loro rito e sul relativo strumento.

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